Sopravvissuti al naufragio dei migranti in Italia piangono i loro morti
I sopravvissuti a un naufragio al largo dell'Italia meridionale hanno pianto i loro morti mercoledì, mentre i parenti di alcune delle 67 persone annegate sono arrivate da altri paesi per reclamare i loro cari.
I soccorritori continuano a cercare i morti, con il corpo di un bambino di cinque anni l'ultimo ad essere recuperato mercoledì mattina, hanno detto funzionari locali.
Donne piangenti sono state condotte tra le file di bare disposte in un palazzetto dello sport nella città balneare di Crotone, alcune inginocchiate per pregare in silenzio, mentre altre urlavano di dolore.
Dopo una preghiera di gruppo, uomini e donne hanno abbracciato e accarezzato le bare adornate di fiori, un uomo singhiozzando mentre toccava un peluche di Tigro, mentre altri sono svenuti e sono stati portati via dagli operatori della Croce Rossa.
All'esterno, parenti giunti da Paesi come Germania e Austria, hanno descritto gli ultimi messaggi scambiati con i propri cari che erano partiti dalla Turchia la settimana scorsa sulla barca sovraffollata.
L'afghano Mohamed Djafari, che vive in Germania, ha detto ad AFP che suo cugino di 40 anni lo ha chiamato poco prima delle 4 di domenica mattina.
"Ha detto 'stiamo per arrivare, vediamo la spiaggia, vediamo le luci'", ha detto.
Ha poi chiamato di nuovo "e ha detto 'per favore Mohamed, vieni ad aiutarmi, non ho idea di cosa fare'", ha detto.
La barca si è rotta appena al largo della costa in caso di maltempo, dopo aver forse colpito un banco di sabbia.
La cugina di Djafari è sopravvissuta, insieme al figlio di 10 anni, e i due sono insieme in ospedale.
Sua figlia di 17 anni è morta, mentre sua figlia di sette anni è ancora scomparsa, ha detto.
"Ho guidato 22 ore in macchina. Nella speranza che i bambini fossero ancora vivi", ha detto Djafari.
Quattordici bambini sono stati tra coloro che hanno confermato di essere morti quando la barca sovraffollata è andata in frantumi, ha detto martedì il ministero dell'Interno.
Circa 80 sono sopravvissuti, mentre si ritiene che molti altri siano ancora dispersi.
È stato uno degli incidenti più tragici nel Mediterraneo centrale, che decine di migliaia di migranti e richiedenti asilo attraversano ogni anno sperando di trovare una nuova vita in Europa.
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