L'apparizione pianificata di Zelenskiy all'Italian Song Fest suscita critiche
Una prevista apparizione come ospite del presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy al più grande evento dello spettacolo italiano - il festival della canzone di Sanremo - sta attirando critiche trasversali in un paese in cui il sostegno pubblico allo sforzo bellico di Kiev è nella migliore delle ipotesi tiepido.
Sanremo, in programma dal 7 all'11 febbraio, è un evento sfarzoso che attira un pubblico record in TV e ha ispirato il più famoso festival della canzone Eurovision. Zelenskiy dovrebbe partecipare brevemente tramite collegamento video alla serata di chiusura.
"Mi aspetto canzoni dal festival della canzone italiana, non qualcos'altro", ha detto giovedì il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega di destra Matteo Salvini sul canale televisivo La7.
"Se Zelenskiy ha tempo... di collegarsi al festival di Sanremo, è una sua scelta", ha continuato, aggiungendo di non essere sicuro di "quanto appropriato" fosse mescolare l'intrattenimento con i discorsi sulla guerra e la morte.
Anche Zelenskiy, ex comico e attore, è apparso tramite videomessaggio agli Hollywood Golden Globes di questo mese. Ha usato la piattaforma per esprimere fiducia nella vittoria nella guerra con la Russia e ringraziare "le persone libere del mondo libero" per il loro sostegno.
Altri politici italiani, per lo più di estrema sinistra e dell'ex Movimento Cinque Stelle anti-establishment, ma anche del Partito Democratico (PD) di centrosinistra all'opposizione, hanno fatto eco ai dubbi di Salvini.
"Zelenskiy a Sanremo? No", ha scritto su Facebook Gianni Cuperlo, candidato alla guida del Pd, insistendo sul fatto che se la Rai di Stato volesse mandare in onda un messaggio del leader ucraino, non dovrebbe "confonderlo" con il festival della canzone.
Nel frattempo, una petizione online contro l'invito di Zelenksiy, che incolpa in parte la guerra alla NATO e la "brutale repressione" di Kyiv contro i russofoni, ha attirato circa 33.000 firme a partire da venerdì mattina.
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni è stato un convinto sostenitore dell'Ucraina e il suo governo è vicino a finalizzare un accordo con la Francia sulla fornitura a Kiev del sistema di difesa aerea SAMP/T.
Ma la questione è stata una fonte di attrito all'interno della sua coalizione di destra, poiché irrita i legami di lunga data con Mosca sia di Salvini che dell'ex premier conservatore Silvio Berlusconi.
I sondaggi suggeriscono che l'invio di armi all'Ucraina divide gli elettori, con il 52% degli italiani contrari alla decisione contro il 39,9% a favore, in un sondaggio Euromedia per la RAI diffuso mercoledì.
Lo stesso sondaggio ha mostrato che il 38,2% degli italiani vuole porre fine alla guerra con un accordo di cessate il fuoco con la Russia, negoziato "alle spalle degli ucraini", e circa il 25% taglierebbe le spedizioni di armi a Kiev per spingere Zelenskiy alla resa.
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